Uno dei motivi più trascurati? L’investimento in sicurezza si traduce anche in risparmio! Aggiustare le cose che si sono rotte, infatti, costa molto di più.
Sicurezza significa controllo, verifica periodica e sistematica della situazione globale del magazzino, attraverso ispezioni regolate dalla norma UNI EN 15635, che sancisce l’obbligo di far eseguire, ogni anno, un’ispezione delle attrezzature di magazzino da personale qualificato esterno. Questo non solo riduce i rischi e i potenziali danni a persone e a strutture: garantisce il corretto funzionamento e il rispetto degli standard di sicurezza del reparto logistico.
Come funzionano le visite ispettive? Gli obbiettivi sono tre:
L’ispezione è un momento fondamentale nella programmazione dell’attività aziendale e non deve essere lasciata all’improvvisazione: deve essere pianificata con cura, affidandosi a dei veri e propri esperti.
Sono gli esperti, durante appositi audit in magazzino, a prendere in considerazione i principali problemi strutturali che possono emergere e formulare proposte di intervento. Dal controllo dei libretti di uso e manutenzione a quello della presenza ed eventuale coerenza dei cartelli di portata; dal controllo dello stato della pavimentazione, della coerenza delle corsie in relazione ai mezzi di sollevamento utilizzati a quello del corretto stoccaggio delle unità di carico si passa alla classificazione dei danni presenti e si stila una relazione tecnica dettagliata.
Per poter redigere un report particolareggiato e completo, l’ispezione deve considerare tutti i componenti della scaffalatura esistente, articolandosi in più fasi. Si parte dall’analisi dello stato dei componenti nelle parti più basse, dove è più probabile riscontrare danni significativi, mentre per i livelli più alti si osserva tutto ciò che è raggiungibile a vista e interpretabile restando al suolo e, in caso di necessità, adottando metodi sicuri per il lavoro in quota. Se si individuano dei danni alle scaffalature occorre classificarli secondo i criteri dettati dalla norma UNI 15635:2009 che individua tre tipi di situazioni.
Dapprima quella non critica, detta di “rischio verde”, per cui il danno viene registrato, il componente è identificato ed è controllato in tutte le ispezioni successive.
Si passa invece ad un “rischio ambra” quando la situazione è pericolosa, per cui è richiesto un intervento, ma non è necessaria l’immediata messa fuori servizio dello scaffale; una volta scaricato, lo scaffale/componente non deve comunque essere ricaricato; se lo scaffale/componente resta in uso per un tempo prolungato dopo l’identificazione del danno, si deve imporre l’immediato fuori uso dello scaffale; deve essere predisposta una procedura per garantire che lo scaffale/componente identificato ed isolato non sia utilizzato fino al suo completo ripristino.
Infine vi è la situazione di pericolo immediato classificata come “rischio rosso”, per cui lo scaffale deve essere immediatamente messo fuori servizio, scaricato ed isolato fino a quando il danno non viene rimosso. In generale il componente danneggiato deve essere sostituito e deve essere predisposta una procedura per garantire che lo scaffale/componente identificato ed isolato non sia utilizzato fino al suo completo ripristino.
Una volta mappati i danni e messo in atto il processo di risoluzione, occorre identificare le cause del danno stesso, le quali potrebbero dipendere da alcune variabili quali: spazi di manovra inadeguati, corridoi insufficienti, spazi liberi sulla scaffalatura insufficienti, mancanza di addestramento del personale o vere e proprie manomissioni. Da valutare anche possibili carichi mal disposti in unità di carico, pavimentazione inadeguata o scarsa pulizia e pure illuminazione insufficiente.
Insomma, ancora una volta: un’ispezione è un momento insostituibile che non può essere lasciato al caso, bensì deve essere affidata a team di esperti, efficienti, seri, scrupolosi e pronti ad indicare le soluzioni per porre rimedi ad eventuali criticità rilevate. Come la squadra di manutentori, installatori e certificatori che mettiamo a disposizione noi di Di Massa.