Il modello del “just in time” può essere attuabile nel 2022?

24 Ottobre 2022
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Gli ultimi due anni hanno fatto crollare molte delle certezze del mondo economico che conoscevamo.

Gli Stati europei e non solo hanno abbandonato il rigore dei conti e si sono indebitati per tenere in piedi l’economia durante la pandemia. Le merci e le materie prime hanno smesso di circolare rapidamente. Il commercio al dettaglio si è trasformato riducendo notevolmente il numero degli operatori sul mercato. Aggiungiamo la guerra in Ucraina, le sanzioni alla Russia, la chiusura dei porti sul mar Nero per le esportazioni dei cereali, i lockdown in Cina e il crollo dei raccolti in India per la siccità…

“Preparatevi ad un uragano economico mondiale di cui nessuno conosce l’entità”: sono le parole di Jamie Dimon di JPMorgan Chase, la più grande banca d’affari del mondo, che si affiancano ad altri scenari catastrofici ipotizzati da big dell’economia mondiale, tra cui Elon Musk che poche settimane ha annunciato il taglio di 10.000 posti di lavoro bloccando le nuove assunzioni per tutto il 2023.

Siamo insomma di fronte ad un periodo di forte crisi, complesso da interpretare. L’inflazione corre, spinta dalla speculazione e dalla mancanza di materie prime. Tra gli addetti ai lavori c’è un diffuso sentimento di grande preoccupazione.

Possiamo dire che la globalizzazione e le sue logiche non funzionano più? Si parla infatti di deglobalizzazione: le aziende stanno cercando di spostare le produzioni nel loro paese o in un paese amico, ma è un processo lento e ci vorranno anni per attuarlo.

Tutto ciò che conseguenze ha nel settore della logistica? Dopo trent’anni che si parla di “sviluppare il just in time”, questo modello può essere attuabile nel 2022?

Il just-in-time è un sistema di produzione industriale trainato dalle vendite e che si basa pressoché unicamente sulla domanda del consumatore, producendo solo quanto e quando viene richiesto da quest’ultimo.

L’approccio di avere poche scorte in magazzino abbatte i costi legati allo stoccaggio: riducendo le merci in magazzino diminuiscono i costi legati alla loro conservazione. Lavorando con livelli di stock minimi, si abbassa il rischio di invecchiamento e obsolescenza dei prodotti.

Tuttavia, se l’invio di componentistica o delle materie prime viene bloccato a causa di vari impedimenti (lockdown, rialzi dei prezzi, blocchi dei porti per via della guerra, siccità, altre crisi) tutto il circuito salta. Questo perché si è in una situazione di forte dipendenza da ciascun fornitore, e, nel caso di un blocco della produzione di quest’ultimo, le ripercussioni si manifestano sull’intero processo.

Ha quindi ancora senso privilegiare il just-in-time o sarebbe bene ritornare a pensare alle scorte e a magazzini che non solo ne abbiano nella giusta quantità, ma anche che siano organizzati perfettamente per la loro gestione? In altri termini: la logistica nel 2022 quanto può guardare ad un modello diverso del just-in-time, ovvero al just-in-case? Un modello che non mira all’efficienza assoluta e all’eliminazione di ogni tipo di spreco, ma alla sicurezza della fornitura, aspetto diventato fondamentale con la pandemia. Il just-in-case comporta magazzini con scorte che, in qualsiasi momento, possano affrontare un improvviso aumento della domanda per alcune categorie specifiche di prodotti.

Quale dei due modelli oggi può, se non vincente, per lo meno il migliore alla situazione? Non esiste una risposta univoca, soprattutto in una situazione di tale complessità globale. Perché se è vero che è ormai molto difficile fare previsioni attendibili e programmazioni, è anche vero che un’azienda che funziona ha delle procedure consolidate che continua a monitorare, quindi continua nei processi di ottimizzazione dei flussi (cioè avere tutto al momento giusto, in modo da vendere) che poi sono quelli che generano la maggior parte dei savings in una logistica. In tale situazione è quindi possibile fornire consigli, da non prendere come ricette ever green, per iniziare a superare le difficoltà di questo periodo.

Per prima cosa è fondamentale intraprendere un percorso per ridurre la dipendenza da Paesi a rischio sanzioni, lockdown o con problematiche sociopolitiche. Un secondo passaggio è quello di cercare di avvicinare il più possibile i propri fornitori, al fine di ridurre le problematiche, le possibili complicanze nonché i costi legati ai trasporti. In terza battuta è importante conoscere bene la situazione della propria realtà, sapere esattamente quali criticità e punti di forza ci sono e che peso hanno.

Quest’ultimo aspetto è forse il più importante, o, per lo meno, quello che più dipende dalle nostre azioni e non da congiunture e contesti più grandi di noi. Ma un’analisi non si improvvisa ed è quindi indispensabile affidarsi a professionisti della logistica. Di Massa srl, ha il know how, la professionalità e le competenze per l’analisi accorata dell’azienda del cliente ed è quindi un partner fondamentale per non commettere, o non ripetere, errori evitabili anche in situazioni straordinarie o di emergenza.

Il bravo consulente sa analizzare in modo appropriato e personalizzato i corretti flussi di movimentazione del magazzino, al fine di evitare crisi di approvvigionamento, ma va convocato prima dell’emergenza: l’idraulico che controlla le tubature dopo la rottura non può prevenire un allagamento. La parola chiave oggi è: logistica di prossimità, ovvero uno strumento indispensabile per dotarsi di tutti gli strumenti adatti per prevenire le crisi e non farsi travolgere dagli eventi che pervadono il mercato globale. E questo un buon consulente lo sa.

Ecco perché Di Massa srl, nel suo servizio al cliente, sa mettere in campo un’analisi complessa delle risorse della azienda, grazie ad un’accurata analisi dei flussi con i fornitori, che, ricordando i principi della lean production, non dovrebbero essere più distanti di 200 chilometri. Il bravo consulente propone una seria campagna di pianificazione che includa anche l’uso di software appositamente creati per la pianificazione delle movimentazioni.

La tecnologia, nello specifico i sistemi di tracciamento in tempo reale della propria supply chain, è ormai indispensabile per avere l’esatta fotografia della propria disponibilità dei prodotti, dell’inventario e dello stato degli ordini dei fornitori di un’azienda e questo migliora le capacità organizzative e aiuta ad affrontare gli imprevisti, siano essi pandemie, guerre o catastrofi naturali oggi sempre più frequenti in un clima di surriscaldamento globale.

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